“Perché combattiamo?” – chiese il ragazzino, mentre lui ed una figura coperta da un mantello vagavano per il campo di battaglia, ora desolato.
I corvi gracchiarono, mentre i due passavano tra i cadaveri corazzati disseminati intorno a loro.
“Si combatte per molte ragioni.” – L’uomo rispose attraverso il cappuccio del mantello.
Il ragazzo inclinò la testa di lato. “Tipo… cosa?” chiese, trascinandosi dietro l’uomo.
“Alcuni combattono per la gloria e la fama. Altri per l’onore ed il valore. Alcuni uomini combattono per la ricchezza e la prosperità. Alcuni combattono solo per sopravvivere. La maggior parte finisce per come vedi ora, sparsi per questi Campi Elisi.” – disse.
“Ma tu perché combatti?” chiese il ragazzo, arricciando il naso mentre camminavano accanto a un cadavere dall’aspetto particolarmente raccapricciante, tagliato in due mentre gli vermi gli divoravano le viscere.
L’uomo si fermò, come se la domanda non gli fosse mai venuta in mente. “Combatto… combatto perché è così che ho sempre vissuto.”
I due proseguirono la loro passeggiata, attenti solo alla strada da percorrere.
“Non mi hai mai parlato del tuo passato.” – commentò il ragazzo.
“Questo perché non vale la pena ascoltarlo. Adesso taci ragazzo, siamo quasi alla prossima città. Dobbiamo arrivarci prima che cala la notte ed arrivino i banditi.” – disse ancora l’uomo al suo giovane compagno.
“Combattiamo tutti per qualcosa.” – sussurrò a se stesso, stringendo discretamente la collana nascosta sotto il mantello.
Una promessa è una promessa.