Gli Edge Of Paradise sono una band che non può essere soltanto ascoltata, perché la loro narrazione si sviluppa su più livelli, che inevitabilmente comprende i curatissimi video e testi mai messi lì caso. Dopo il precedente Universe (2019), la band americana guidata dalla fenomenale voce dell’armena Margarita Monet prosegue nel suo concept cyber-futuristico, mettendo in musica visioni distopiche del progetto Brainet (il collegamento dalle menti umane con un’interfaccia neurale artificiale), attraverso un heavy metal melodico e moderno in cui si intrecciano umori synth ad un sound chitarristico potente e marziale.
La Macchina viene descritta dagli Edge Of Paradise come il nuovo dio a cui l’umanità si offre in sacrificio, virtualizzando ogni aspetto della propria esistenza (il bellissimo singolo Digital Paradise oppure la cupa False Idols, tra suggestioni che vanno di Philip Dick a William Gibson, fino ad arrivare al cinema futuristico post-Matrix (Believe).
Ogni brano ha un andamento ed un ritmo diverso, per narrare il cupio dissolvi dell’umanità tra le spire della Macchina-Dio che essa stessa ha costruito, fino a che non resta che abbandonare l’inferno in terra come ultima speranza (Leaving Earth). Il tutto cucito dalla voce straordinaria della Monet, a volte sensuale a volte drammatica ed altre fatata, una strega digitale che può essere l’unica variabile impazzita per far crollare il Sistema.